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Sardinia Trip 1.0

13 Maggio 2020
VACANZE FUORI STAGIONE

Avete presente le tanto attese ferie estive, magari in qualche luogo paradisiaco, con musica a palla e il sole che batte forte?!

Ecco, non fanno proprio per noi!

Ovviamente per le ferie scegliamo i periodi meno opportuni, quelli dove tutti i b&b sono chiusi, in luoghi senza supermercati e con i ristori fermi per la bassa stagione, perché ovviamente se non ci complichiamo la vita non siamo contenti.

OVVIAMENTE!

Marzo 2018. Partiamo alla volta di Livorno, sotto un diluvio universale, ma d’altronde non poteva che andare diversamente. Era inizio marzo e i temporali sono da mettere in conto (come no).

Per qualche strano motivo il viaggio è andato molto bene, ah dimenticavo l’ammaccatura sull’auto di Pier, che ovviamente ha litigato con la tipa che si ostinava ad aprire ripetutamente sull’auto il portone che separava i vari scomparti della nave, o forse ci ho litigato io (molto più probabile), ma non soffermiamoci sui dettagli, siamo arrivati a terra ed è quello l’importante.

Dorgali, quella è stata scelta come base, paesino appena sopra Cala Gonone, zona super turistica nel periodo estivo. Appunto, periodo estivo. Sembrava di essere in un paese fantasma, un minimarket ha acceso le nostre speranze ormai perdute per avere qualcosa da mangiare. C’era anche un ristorante, che due giorni dopo ha chiuso per ferie, classica fortuna.

Per lo meno eravamo in una zona ricca di falesie, anche se la maggior parte del tempo lo abbiamo passato nell’Ogliastra, su e giù ogni giorno, adesso di quella strada ricordiamo ogni curva e ricordo anche l’ambiente circostante, selvaggio e immenso.

Insomma, tralasciando tutte queste peripezie, siamo riusciti anche a divertirci.

Non sono mancate le mazzate sui denti in falesia, i temporali inattesi, il freddo polare e il caldo estivo, ma nonostante tutto non ci siamo potuti lamentare, la Sardegna è un territorio davvero selvaggio e affascinante, per un’amante della natura come me è impossibile non rimanere incantata.

CALA GOLORITZE’

Eravamo in terra sarda con un obbiettivo ben preciso, scalare l’aguglia di Cala Goloritzè!

Ne avevamo sentito parlare da amici, foto viste sui social, articoli su internet e avevamo incominciato a sognarla, era la nostra tappa obbligatoria. E così fu, metà settimana, mercoledi se non ricordo male, partiamo titubanti, ci sono arrivate voci che avevano messo il divieto di scalata (non è vero!) ma l’abbiamo rischiata comunque, fuori stagione chi vuoi che ci venga a cercare (non fate mai questo pensiero, è la volta buona che vi cuccano).

Avvicinamento lungo ma pieno di emozione, zaini pesanti e testa leggera. Giornata perfetta: vento debole e cielo sereno, la guglia ci attendeva e si faceva sempre più vicina.

Una sola cordata davanti, due tiri davanti a noi quindi come se fossimo soli, infatti, oltre agli urli della signorina che per strani motivi aveva deciso di creare la colonna sonora della giornata, sembrava di essere soli.

Partenza fallata su un tiro di cui non conosco tutt’ora il nome, ma poi prosegue tutto per il verso giusto: ecco che tra imprecazioni e fatica ci siamo fatti strada su quell’untume di roccia che conta migliaia e migliaia di ripetizioni.

Però gli ultimi tre tiri non sono male…

Ecco finalmente la vetta, ciò che ci interessava. Pochi minuti per respirare dalla cima quella sensazione di libertà che raramente senti, e guardando giù ti rendi conto di quanto sia incredibile la natura. L’immenso mare sardo faceva da cornice a queste emozioni ed io non volevo essere altrove, ciò di cui avevo bisogno era tutto lì, in quello spazio di 1 metro per 2.

Poi torni alla realtà, ed incominci le calate in doppia.

La spiaggia deserta ci accoglie e ci fa compagnia per la merenda, che ovviamente non avevamo. Strano. Un succo e una brioches in due. Ma tanto non avevo fame…

Rientro lungo e quasi al buio ma felici e soddisfatti, occhi pieni di gioia e cuore ricco di emozioni.

 

Come tutte le vacanze, prima o poi volgono al termine, ed eccoci che ci ritroviamo in viaggio verso Golfo degli Aranci dove ci attenderà la nave che ci riporterà a Livorno.

Da non dimenticare: MAI fidarsi del navigatore della Golf !! Ma questa è un’altra storia.

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