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MACKENZIE SIRIUS: il sogno che diventa realtà

20 Maggio 2020

Eccomi qui, oggi voglio raccontarvi del mio cucciolo e di come è arrivato a zampe tese nella mia vita.

Vi starete chiedendo: “ma chi te l’ha fatto fare di prendere un cane così grande?”. Ecco com’è andata.

Fin da piccola appassionata di natura e animali, come credo ogni bambino, ho chiesto di poter avere un cane tutto mio, ma complice il fatto che fossimo già in tre fratelli e che il giardino fosse condominiale, non mi è stato mai concesso.

Gli unici animali accettati in famiglia sono stati i famosi pesci rossi (che se durano un mese è tanto), due tartarughe d’acqua dolce e delle tartarughe di terra che ancora oggi possiedo.

Insomma questo cane proprio non c’era modo di averlo, ho quindi rimandato con la promessa che “quando uscirò di casa..”

E così è stato, dopo nemmeno due mesi di convivenza contatto l’allevatrice; una cara amica mi aveva informato che c’erano disponibili dei cuccioli di una linea da lavoro molto buona; non aspetto altro, fisso l’appuntamento per vederlo e dopo due giorni torno a prenderlo.

In nemmeno 5 giorni avevo fatto tutto, dallo svegliarmi decisa di volere il cane al ritorno effettivo a casa in compagnia del mio cucciolo… quante emozioni tutte in una volta!

Non sono mancate di certo le frasi del tipo: “guarda che è dispendioso”, “sei sicura di volere un vincolo così grande nelle tue giornate?!”.

Ma sapete la verità? Io questo “vincolo” l’ho sognato per tutta una vita, il poter andare per monti insieme al mio piccolo amico mi ripaga di tutte le fatiche che faccio, di tutti gli sforzi economici che un cane necessita e ammettiamolo dai, sono super divertenti!

E a quelli che mi dicono “io non avrei rinunciato alla mia libertà per un cane” rispondo che ognuno ha le proprie priorità, io la mia felicità la ritrovo nelle avventure con il mio amico peloso e vi garantisco che non le cambierei con nulla al mondo.

PERCHE’ PROPRIO IL PASTORE SVIZZERO BIANCO

In realtà l’idea di partenza era il cane lupo cecoslovacco, ma un po’ per timore di non riuscire ad educarlo bene ed un po’ al fattore “fortuna” che ci vuole con quella razza, abbiamo deciso di provare a guardarci intorno.

La scelta poi non è stata troppo difficile: un cliente del negozio in cui lavoro viene sempre a trovarci con il suo cane, Napoleone, che è proprio un pastore svizzero, ma di quelli belli! E’ stato proprio lui a dirmi “buttati sullo svizzero che non te ne penti” e dopo svariate ricerche online e varie chiamate ho deciso.

E ragazzi, sarà grosso, sarà impegnativo, sarà dispendioso, ma l’amore che riesce a darti un cane va al di là di ogni cosa, riesce a tirare fuori il meglio di te.

A distanza di un anno e pochi mesi il mio pensiero non cambia, le cose migliori non si programmano, entrano a “zampe tese nella tua vita” e ti rubano il cuore.

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